Risaie a terrazza di Longsheng – Foto di Matteo Bosi
Come arrivare a Guilin, già lo sapete. E se ancora non vi è chiaro, date un’occhiata a questa guida al riguardo. Come evitare di abboccare all’amo e trattenervi solo in questa trafficata città, per preferire invece la più piccola Yangshuo e i dintorni, lo avrete di certo imparato dalle (dis)avventure di Furio.
Bene, parliamo quindi di quello che decisamente non dovrete omettere da alcun viaggio nella regione del Guanxi, le risaie a terrazza della Spina Dorsale del Drago.
Risaie a terrazza di Ping’An – Foto di Matteo Bosi
Quanto spendo? Quanto cammino?
Longji Titian (龙脊梯田) è una zona ad un centinaio di chilometri a nord di Guilin da qualche anno diventata zona protetta, per cui accedervi richiede il pagamento di un biglietto. La cifra è ancora sopportabile se si pensa ad altre ben più avviate speculazioni, come i Tulou della zona del Fujian: si tratta qui di 100 Yuan a testa che permettono la visita e la permanenza nel territorio di Longsheng 龙胜. Con questo nome si indica la zona delle terrazze che ospita le minoranze etniche Yao e Zhuang, ma anche Miao e Dong. Se pensavate ad un giro puramente naturalistico, scordatevelo, perché quella è casa loro, ed è anzi grazie a loro se esistono delle meraviglie di ingegneria umana come le risaie a terrazza.
Le colline stanno a circa 1000 mt di altezza e i sentieri sono al 99% piastrellati e largamente “scalinati”, ovvero scavati a scale nei piani di salita. Quindi le camminate sono affrontabili, forse polpacci poco allenati risentiranno del sistema a scalini. Bisogna ricordare che la pavimentazione diventa particolarmente scivolosa con la pioggia, anche se lieve (i mie lividi lo possono confermare…).
La zona si estende per 15-20 chilometri percorribili tutti a piedi su questi sentieri, perciò se programmate di gironzolare per i campi e non trattenervi unicamente nei villaggi, partite preparati per una escursione. C’è la possibilità di visitare i villaggi passando direttamente da uno all’altro tramite la strada carrabile che sta più a valle (circa mezzora di viaggio in auto tra Ping’An e Dazhai), e poi eventualmente risalire e gironzolare. E’ in realtà quello che fa la maggior parte dei turisti in visita.
Un cavallo al pascolo – Foto di Matteo Bosi
Che c’è da vedere a Longji Titian?
La zona delle terrazze è a sua volta suddivisa in due grandi macchie: le terrazze di Ping’An (etnia Zhuang) e quelle di Jinkeng (etnia Yao). Poco più a valle si trovano i villaggi di Huang Luo e Jinzhu i quali meritano uno stop.
Le terrazze di Ping’An e del contiguo villaggio di Zhuang sono le più battute turisticamente quindi l’effetto “assalto al turista” è garantito. Ci sono hotel, ristoranti, negozi per tutti i gusti e tutte le tasche, quindi non c’è rischio di morire di fame né di freddo; se cercate il comfort ci sono dei posticini di tutto rispetto che fanno un po’ ricordare le baite delle montagne italiane.
D’altro canto però la genuinità del posto si avvia ad essere persa, vista anche l’imminente costruzione di una strada che si spingerà ancora più fondo tra le terrazze e su per i villaggetti (e vi spingerà i turisti, a frotte): ad oggi le signore dai lunghi capelli di etnia Yao arrivano fino a qui ogni giorno solo per tentare di rifilarvi sciarpe prodotte industrialmente spacciandole come lavori fatti a maglia. Ciò non vuol dire che non si trovino dei prodotti di buona fattura anche da loro filati, ma il tutto si mescola alla facile e conveniente produzione di massa. Se viaggiate con un tour di gruppo, c’è la possibilità di essere vittima di spettacoli di lunghi capelli e cerimonie fantoccio creati apposta per il business.
Jinkeng è un po’ meno presa d’assalto e c’è quasi l’illusione di essere immersi in ritmi di vita quotidiani. I due villaggi che offrono strutture sono Dazhai soprattutto, e Tiantou, in secondo luogo. I panorami attorno ai due centri sono quasi perfetti, perciò è qui che vi consiglio di pernottare se intendente godervi questo paradiso con calma nell’arco di un paio di giorni. Tuttavia, gli stessi panorami sono anche un po’ meno curati non appena ci si spinge fuori dalle zone adiacenti i centri turistici, perciò capita di trovare risaie incolte e vedere la perfezione delle terrazze vacillare. A voi valutare se si tratti di un effetto paesaggistico naturale o di una pecca sulla cartolina. Allo stesso modo, non è raro soprattutto in bassa stagione o nei giorni feriali, ritrovarsi soli soletti lungo la via.
Da un villaggio all’altro sono 15 chilometri di cammino a tratti malamente segnalati, che richiedono circa cinque ore. Non è possibile percorrere questi tratti a cuor leggero senza il supporto di una mappa o di un moderno GPS, poiché si incontrano alcuni bivi che portano a punti di osservazione esterni. Probabilmente il percorso Dazhai-Ping’An è leggermente più sicuro. Se vi sentite persi, state tranquilli perché c’è sempre qualche signora Yao sul percorso a cui chiedere, o che si offre gentilmente come guida e vi accompagnerà al paese più vicino (o a casa sua!).
Per verificare i sentieri, se volete andare sul sicuro potete scaricare MyTrails, un’applicazione OpenSource disponibile per Android. I sentieri sono ben indicati ed è stato un riferimento essenziale, senza il quale non avremmo potuto certo rientrare!
Una donna di etnia Yao e due agricoltori al lavoro – Foto di Matteo Bosi
Quando e come ci arrivo?
La coltivazione del riso in questa zona prevede un’unica raccolta all’anno. Perciò in tempo di semina le pendici delle montagne sono più spoglie poiché le piante sono più basse (primavera); il verde andrà rinvigorendosi fino ad arrivare a settembre/ottobre, quando poi lascerà il posto al giallo che prepara la raccolta. D’inverno nella zona nevica. Ora sta a voi decidere il colore che preferite, noi abbiamo optato per il verde!
Longsheng è servita da Guilin, ma non così ben servita come si pensa. Gli shuttle bus partono dalla stazione degli autobus la mattina dalle 7.30-8.00 e terminano prima delle 18, a seconda della stagione, e richiedono circa 3 ore di tragitto. Arrivano a tutte le entrate di Longsheng e i villaggi. Questa è la soluzione più rapida e costa 40 Yuan. Altrimenti una soluzione più economica consiste nel partire dalla stazione dei treni in direzione di Heping e cambiare con le navette dirette a Longsheng. E’ vivamente consigliato prenotare il trasporto in anticipo, e qualunque hotel di Guilin, Yangshuo, o nello stesso Longsheng vi aiuterà a farlo.
Più rapida l’opzione auto privata: per chi volesse visitare entrambi i siti in un giorno, è quasi l’unica attuabile. Gli hotel e gli ostelli sono ottimi riferimenti per questo dal momento che hanno i contatti diretti con gli autisti, tuttavia più cari; un trasporto privato di una giornata organizzato tramite hotel costa 700-800 Yuan mentre contrattando con gli autisti direttamente, si può tirare fino a 400-500 Yuan.
Se pensate di raggiungere l’aeroporto direttamente dalle risaie, dovete mettere in conto mezza giornata di viaggio con i mezzi, poiché non esistono servizi diretti e bisogna necessariamente rientrare alla stazione di Guilin per lo shuttle bus.
Consigli pratici per viaggiatori curiosi
Personalmente sono contraria al turismo “etnico” e alla riduzione di questa gente in oggetti da esposizione. E’ un problema diffuso in Asia ed è una scelta individuale il come approcciarsi a questo. A Longsheng non è possibile scampare del tutto a questo confronto, ma percorrendo la strada da Ping’An a Dazhai, quindi dove la minor parte di turisti si azzarda ad arrivare, si incontrano ancora coppie di anziani tranquillamente al lavoro nei campi, cavalli lasciati al pascolo e soprattutto un silenzio e un’atmosfera affascinante. Il villaggio di Zhongliu, fino all’arrivo della nuova arteria che stanno rapidamente scavando, resta ancora abbarbicato nel suo silenzioso angolo.
Se dovessi ritornare e pernottare in quelle zone, sceglierei Tiantou, che è accoccolata in una piccola valle tra colline dal profilo dolce. Inoltre, i sentieri che si dipanano nella zona Jinkeng, fino al Picco del Buddha Dorato o alla Collina della Musica, meritano tutti una pausa contemplativa e fotografica.
Il miglior modo per visitare la zona è concedersi una pausa, quindi due giorni (o un giorno e mezzo) con pernottamento in cima, che permette sia di attraversare la zona da una parte all’altra, sia di bighellonare tra i sentieri che portano ai punti panoramici. Ma, per chi il tempo non ce l’ha, l’attraversata da Ping’An a Dazhai (o viceversa) è fattibile in un giorno: nella mia esperienza, incluse soste acqua, pranzo e foto, il tempo necessario è di 7-8 ore.
Se ti interessa avere qualche consiglio su dove pernottare o a chi rivolgerti per i trasporti, lascia un commento qui in basso.