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La mia esperienza da incubo in un ospedale cinese

15/07/2014 di Sapore di Cina 15 commenti

ospedale in cina

Andare dal dottore in Cina è un esperienza unica che, se non possiedi un’assicurazione sanitaria, può rivelarsi anche piuttosto cara. Oggi vi parlerò della mia avventura all’ospedale di Pechino.

L’incidente più stupido del mondo

Giovedì, nove di sera. Il mio appartamento è un disastro e domani arrivano gli ospiti. Non posso più permettermi di procrastinare: devo fare pulizia. Quella della casalinga non è esattamente la mia occupazione preferita, ma una volta che inizio non riesco a fermarmi più. Hai presente Mastrolindo? Ecco, più o meno uguale (a parte il fatto che ho più capelli).

Oggi non fa eccezione e così mi ritrovo a correre scalzo da una parte all’altra sino a che, al culmine dello sforzo, non sbatto un piede su un armadio.

“Poooorca Puttaaaaana.”

“Mi sono spezzato un’altra unghia,” penso mentre il dolore inizia a diminuire. Mi guardo il piede. Sembra tutto a posto.

“No, aspetta un attimo… Perché il mio mignolo punta in direzione di San Li Tun?”

Provo a muovere il dito e… non mi fa troppo male.

“Non è niente di grave,” penso.

Ci metto un po’ di ghiaccio ma le cose non sembrano migliorare. Ormai è troppo tardi per andare in ospedale. Avvolgo il piede in uno straccio per costringere il mignolo a tornare nella sua posizione naturale e vado a dormire.

Il mio primo tentativo in ospedale

Mi sveglio, rimuovo il bendaggio improvvisato e… no, nessun miracolo. Il dito punta ancora verso Pechino est. E’ tempo di andare in ospedale. Scelgo quello di Haidian.

Non si tratta della prima volta che vado in un ospedale pubblico cinese: sono pronto a combattere con gli altri pazienti e discutere con il dottore il prezzo del trattamento e delle medicine che dovrei comprare (o, meglio, di quelle che non dovrei comprare). Ma prima di tutto devo ottenere il mio numero in accettazione.

Mi dirigo dunque verso il bancone all’entrata, porgo la mia tessera ospedaliera all’infermiera di turno e le spiego il mio problema. Le mi guarda storto. Sono sicuro che sta pensando: “Ma perché non muori? Non vedi che sono occupata?” Mi dice di andare al reparto di “medicina esterna” (外科, waike). Pago la tariffa di registrazione (cinque Yuan) e lei, in cambio, mi porge un numeretto. Lo studio per capire quanto dovrò aspettare e mi cade l’occhio sul nome del paziente…

“Merda, ho portato la tessera ospedaliera sbagliata, questa è quella di mia madre!”

Ma il piede mi fa sempre più male; ho bisogno di vedere un dottore e me ne frego se per il resto della giornata dovrò farmi chiamare Linda.

Il reparto di medicina esterna è al quarto piano; quindi mi dirigo verso l’ascensore. Ci trovo un gruppo di pazienti che già lottano per guadagnare una posizione nell’ascensore che sta per arrivare. So che, una volta che la porta si aprirà, non avranno nessuna pietà. Anzi, qualcuno mi schiaccerà il piede per farmi rallentare e prendere il mio posto in ascensore. Decido di prendere le scale.

Mi trascino sino al quarto piano e, dopo una lunga attesa, riesco ad entrare nell’ufficio del dottore. Lui mi guarda e mi dice:

“Dovresti farti visitare dall’ortopedico.”

“Merda!” Torno al primo piano e mi faccio dare un altro numeretto.

ospedali in cinaIl reparto ortopedico di uno dei migliori ospedali di Pechino

Scendo al primo piano, prendo il mio numero e torno al quarto piano. L’infermiera mi guarda e mi dice:

“Dovresti andare al pronto soccorso.”

No, non è possibile. Il dolore sta diventando insopportabile e mi fanno tornare al primo piano per la terza volta. Voglio morire. Pago altri cinque Yuan per ottenere un numero per il pronto soccorso (急诊, jizhen) e mi accingo a fare di nuovo la fila. Dopo circa quaranta minuti è il mio turno. Il dottore dà un’occhiata alla mia tessera ospedaliera, mi guarda, guarda il computer, e poi mi dice:

“Non sembri una signora di sessantacinque anni, dovresti farti fare una tessera nuova.”

Ok, nessun problema. Torno in accettazione e mi faccio fare un’altra tessera (la terza, da quando abito in Cina).

E, finalmente, riesco a parlare con un dottore!

La visita

Il dottore da un’occhiata alla mia nuova tessera e, senza neanche dare un’occhiata al mio piede, mi da un ricetta per il reparto di radiologia.

Mi faccio radiografare il piede e torno dal dottore. Diagnosi: frattura scomposta.

“In realtà dovresti farti visitare in ortopedia, ma non preoccuparti, adesso chiamo un mio amico così ti visita subito.”

L’amico in camice bianco arriva, mi guarda in faccia, e dice:

“Hai bisogno di un intervento chirurgico.”

Ma porca troia.

“E quanto costerebbe l’intervento?”

“Cinque mila Yuan, inoltre bisogna aggiungere il costo di sei giorni in ospedale e delle medicine.”

Questo significa che dovrò spendere almeno 10,000 Yuan, ovvero circa 1,200 Euro. Ma, visto che ho un’assicurazione medica, il problema più grosso non sono i soldi. La questione è se possa fidarmi o meno di questo medico. E la risposta è no.

“Grazie,” gli dico prima di andarmene. E’ chiaro che il primo medico ha un accordo con il secondo: lui gli procura i clienti e quell’altro in cambio gli passa una percentuale sui guadagni. Cip e Ciop. Prima di farmi operare voglio almeno una seconda opinione.

Gli ospedali “pubblici” cinesi si sostengono grazie ai soldi guadagnati con medicine e trattamenti; questo significa che sono portati a venderti più medicine del normale (o a operarti anche quando non è necessario).

Torno quindi in ortopedia e mi faccio visitare da un altro dottore. Lui dà un occhiata alla radiografia e mi conferma che ho bisogno di un’operazione. Niente di nuovo sul fronte occidentale. E’ arrivato il momento di scoprire come funziona la mia assicurazione sanitaria.

assicurazione sanitaria cinaIl mio piede mentre scrivo quest’articolo

La mia assicurazione sanitaria

L’università dove lavoro mi garantisce un’assicurazione sanitaria. Siccome non mi è mai servita prima non ho però idea di come funzioni. Chiamo un collega per farmi spiegare la situazione. Dopo mezz’ora di discussione in cinese mi faccio un’idea approssimativa:

La mia assicurazione mi copre solo se mi faccio curare nell’ospedale universitario, al secolo una struttura ridicola dove puoi ritenerti fortunato se riesci a parlare con un dottore. Di solito non possono curarti e finisce che ti mandano comunque in un altro ospedale, pagandoti però l’80% delle spese.

Rimpiango di non aver più un’assicurazione medica privata (che non ho rinnovato perché presto lascerò il paese). Ma ormai e troppo tardi e dovrò quindi affidarmi al sistema sanitario cinese. Arrivo all’ospedale universitario e, dopo un’ora di discussione, ottengo il famigerato permesso per recarmi in un altro ospedale.

La terza opzione

Verso le cinque del pomeriggio arrivo al “Third Peking University Hospital” (北京大学第三医院, Beijing Daxue Disan Yiyuan). E’ troppo tardi per prendere il mitico numeretto: mi dirigo quindi direttamente al ponto soccorso.

dottore in china

E’ qui che succede il miracolo. Il medico ascolta la mia storia e, con mia grande sorpresa, decide di esaminare il piede e addirittura toccare il dito spezzato. In seguito dà un’occhiata alla radiografia e decreta:

“Dobbiamo immobilizzare il piede per sei settimane.”

“Non ho bisogno di un’operazione?” domando, sempre più stupito.

“No, dovrò solo correggere la frattura e fasciarti il piede.”

Procede quindi a sistemare il dito a mani nude e applicare una fasciatura.

Respiro.

Sono riuscito a sopravvivere anche stavolta!

[Photo Credits (Creative Commons) www.flickr.com/photos/jonathankosread/]

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