Il sogno di trasferirsi in un paradiso tropicale come la Thailandia accomuna tante persone, soprattutto negli ultimi anni. Vivere e lavorare in Thailandia non è però una cosa semplice, specialmente se andiamo a vedere le nuove regole dei visti messe in pratica dalla giunta militare durante gli ultimi tre anni.
Ma iniziamo con ordine: in questo articolo ti parlerò:
- Delle principali difficoltà che uno straniero affronta nel cercare lavoro in Thailandia;
- Dei documenti e visti necessari per poter lavorare legalmente nel paese;
- Dei tipi di lavori che secondo il governo Thailandese sono illegali e delle conseguenze cui puoi andare incontro se lavori illegalmente;
- Dei passi da fare per cercare effettivamente un lavoro nella terra del sorriso;
- Della ragione per cui tanti espatriati in Thailandia insegnano inglese.
Difficoltà principali
La difficoltà principale che uno straniero affronterà nel cercare lavoro, sia che sia già residente in Thailandia, sia che sia ancora all’estero, è la seguente: non essere cittadino Thailandese.
Questa “banale” mancanza è la causa di tutti i problemi che gli stranieri hanno nel trovare un lavoro, sia a Bangkok che su un’isola deserta.
Per prima cosa, non avendo la cittadinanza Thailandese (che nessuno straniero potrà mai acquisire a meno che uno dei suoi genitori non sia Thailandese) non potrai accedere alla maggior parte dei lavori disponibili.
Detto ciò, secondo una legge istituita 40 anni fa, la “Alien Occupation Act. B.E. 2521”, una persona straniera se desidera lavorare in Thailandia dovrà disporre di un visto di lavoro.
E’ proprio la questione visto quella più spinosa. Per una spiegazione più approfondita sulle varie tipologie di permessi di soggiorno necessari per risiedere per un medio-lungo periodo in Thailandia, ti rimando a questo nostro articolo.
In breve, ti posso dire che il visto lavoratore costa parecchi soldi, tutti a carico del datore di lavoro. Per questo motivo la maggior parte delle aziende non assume stranieri, a meno che non siano scuole dove cercano insegnanti di inglese.
La legge disciplina inoltre tutti i lavori che uno straniero non potrà mai fare, tra i quali ci sono l’autista, il muratore, il parrucchiere, il fabbricante di ombrelli, e molti altri ancora. Per una lista più esaustiva puoi consultare il sito ufficiale del Governo Thailandese.
Ti conviene quindi andare a lavorare in Thailandia solo se il lavoro che intendi fare non si trova su questa lista, altrimenti ti troverai davanti soltanto a porte chiuse.
I lavori che rimangono esclusi dalla lista, e che possono quindi essere svolti dagli stranieri, sono ben pochi. Oltre al personale di ambasciate e organizzazioni internazionali, i quali hanno un visto diplomatico, le professioni a disposizione sono:
- Insegnante di inglese (la più gettonata in assoluto);
- Proprietario di un ristorante (soprattutto ristoranti internazionali);
- Ingegnere informatico (una professione molto ricercata in Thailandia, dove lavorano moltissimi stranieri).
Queste tre sono le principali professioni (legali!) che svolgono gli stranieri in Thailandia. Ovviamente ci sono tantissime eccezioni, come per esempio manager con molti anni di esperienza alle spalle, i quali lavorano nelle più importanti aziende o nelle banche della capitale, così come insegnanti di immersione sulle isole, e via dicendo.
Quello che devi avere bene in chiaro all’inizio della tua ricerca di lavoro è che:
- Ci sono professioni vietate agli stranieri, chiaramente regolamentate dalla legge locale;
- Quelle che rimangono non per forza sono svolte da stranieri, e non per forza il datore di lavoro deciderà di concederti il visto di lavoro. Ci sono infatti molti insegnanti di inglese che lavorano illegalmente in Thailandia, perché non dispongono dei requisiti necessari (che vedremo più avanti) per ottenere il visto e il permesso di lavoro.
Un altro problema è che spesso gli stranieri non parlano la lingua locale.
La maggioranza dei lavori offerti (esclusi quelli di insegnante di inglese), sono infatti posizioni per cittadini Thailandesi, e quindi anche se hai 20 anni di esperienza come manager ma non parli il Thailandese fluentemente, la tua candidatura verrà cestinata all’istante.
Nel caso tu voglia diventare imprenditore e quindi decida di aprire un ristorante, sappi che l’attività non sarà mai completamente tua, perché il 51% dovrà essere posseduta da un Thailandese.
Avrai quindi la difficoltà iniziale (specialmente se non hai mai vissuto in Thailandia e non hai nessun contatto) di trovarti un partner Thailandese fidato, con il quale dividere la tua azienda.
Il governo ha inoltre deciso che per ogni straniero che lavorerà nella tua attività, sarai obbligato ad assumere 4 persone di nazionalità Thailandese.
Immagina quindi un piccolo locale con due persone straniere come proprietari, che dovrà assumere ben 8 persone del posto e pagare loro contributi mensili come la sanità, in aggiunta al salario.
L’ultimo ostacolo, per alcune persone, può essere quello di non parlare l’inglese. Nonostante la Thailandia sia stata decretata come uno dei paesi al mondo con il peggior livello di inglese, quest’ultimo è molto importante se vuoi anche solo mandare il tuo Curriculum in una scuola o in un’azienda.
Venire in Thailandia senza parlare una parola di inglese è sì possibile, ma non ti aprirà nessuna opportunità lavorativa. Il mio consiglio è quello di farti un corso intensivo di inglese prima di partire, oppure di farne uno direttamente in Thailandia, dove scuole locali offrono corsi di inglese, mensili ed annuali, con la possibilità di avere il visto studenti.
Tutti questi ostacoli sommati al fatto che un datore di lavoro ti assumerà solo nel caso in cui tu possa dimostrare di avere delle abilità che una persona locale non ha (come per esempio essere madre lingua inglese e quindi diventare insegnante), fanno sì che trovare lavoro legale in Thailandia sia un’impresa molto difficile, ma non impossibile!
Visti e documenti necessari
Per poter richiedere il permesso di lavoro dovrai prima richiedere il visto di lavoro, chiamato “Non-Immigrant Visa – B”. Questo documento è erogato dalle ambasciate Thailandesi all’estero, e da tutti gli uffici immigrazione della Thailandia.
Insieme al tuo visto di lavoro, ti verrà dato anche un libretto del lavoro, dove viene chiaramente descritto il tipo di lavoro che svolgi e il luogo in cui lavori. Il visto ti dà quindi l’opportunità di lavorare solo e soltanto in quell’azienda, svolgendo quella specifica mansione, la quale deve essere full-time; non vengono infatti rilasciati visti per lavori part-time.
Per ottenere il permesso di lavoro dovrai presentare diversi documenti (sia che tu sia un dipendente o un imprenditore), tra i quali il tuo Curriculum Vitae; la trascrizione ufficiale in lingua Thailandese della laurea e delle lettere di raccomandazione dei tuoi ex datori di lavoro; una mappa della posizione geografica dell’azienda e una sua foto; una copia di tutte le pagine del tuo passaporto; un certificato medico Thailandese che certifichi la tua buona salute; e tantissimi altri documenti ancora.
Oltre a questi documenti, dovrai prima portare all’ambasciata quelli necessari all’ottenimento del visto. Una volta ottenuto il visto dovrai inoltre ottenere altri documenti dal tuo datore di lavoro, come l’atto di costituzione dell’azienda, per esempio.
Le carte da portare sono quindi tantissime, e molto spesso per ottenerle ci vuole diverso tempo. Per una lista completa e aggiornata di ciò che ti serve per richiedere un visto di lavoro e il permesso di lavoro, consulta la pagina ufficiale dell’ufficio immigrazione Thailandese.
I requisiti e i documenti sono ufficialmente richiesti dal governo Thailandese, non fidarti quindi di coloro che ti promettono un lavoro da insegnante senza che tu abbia una laurea.
Il lavoro illegale
Viene considerato lavoro illegale quello:
- Svolto da persone in ambiti vietati dalla legge (come per esempio il falegname);
- Esercitato senza un visto di lavoro e un permesso di lavoro;
- Part-time;
- Remoto. Ebbene sì, lavorare con il computer da casa o da un qualsiasi bar, e guadagnare soldi sul suolo Thailandese in questo modo (e quindi senza visto e permesso di lavoro) è considerato illegale. Chiang Mai è la meta preferita dai nomadi digitali, ma sappi che per la legge locale è un’attività illegale.
Per coloro che vengono scoperti a lavorare illegalmente in Thailandia, le multe sono molto salate. Può esserci inoltre la deportazione dal paese e il divieto d’entrata per moltissimi anni. La soluzione più tragica è la prigione!
Gli stranieri che lavorano illegalmente sono moltissimi, specialmente in settori come l’IT, e le agenzie immobiliari, per i quali le ditte locali necessitano persone che parlino bene l’inglese, ma anche quando le trovano non sono disposte a sponsorizzare il visto di lavoro.
Molti stranieri infatti lavorano con visti turistici di 60 giorni, dopo i quali devono obbligatoriamente uscire dal paese (o richiedere un’estensione di 30 giorni) per poi rientrare e ripetere l’iter dopo altri due mesi.
Come e dove cercare lavoro in Thailandia
Cercare lavoro dall’estero è sicuramente possibile, anche se più difficile poiché sul tuo curriculum vedranno che non hai un indirizzo e un numero di telefono locale. Non ti sarà però difficile ottenere un colloquio di lavoro; molte aziende infatti danno disponibilità per interviste via Skype.
I siti web dove cercare lavoro in Thailandia sono diversi, ed alcuni sono anche specifici per alcuni settori:
- ThaiNGO: è un ottimo sito per coloro che intendono lavorare nello sviluppo internazionale. Questo portale è costantemente aggiornato con offerte che partono da semplici internship non pagati, fino a posizioni di particolare rilievo. Personalmente ho usato questo sito per trovare lavoro all’International Federation of Red Cross and Red Crescent Societies a Bangkok, e posso confermare che il sito ti mette in diretto contatto con il datore di lavoro. Ti sconsiglio invece siti come CraigList, dove invece vengono pubblicate moltissime truffe;
- Ci sono poi siti conosciuti in tutto il mondo come Monster, Jobsdb, Nationejobs, Jobtogun, e Careerjet, dove selezionando la nazione “Thailand”, potrai accedere a tutti i posti di lavoro disponibili in Thailandia;
- Alcune pagine come Jobs4farangs, pubblicano offerte di lavoro specifiche per gli stranieri. La parola “farang” in Thailandese significa infatti straniero;
- Per coloro che invece puntano ad una carriera nell’ambito scolastico possono rivolgersi ad Ajarn.com, il sito dove vengono pubblicati la maggior parte degli annunci per i futuri insegnanti;
- Ti consiglio inoltre di usare i social networks come Linkedin o Facebook per esempio, dove gruppi come “Expats in Bangkok”, “Farang in Thailand”, e molti altri ancora, pubblicano spesso offerte di lavoro specifiche per la comunità straniera.
Se già abiti in Thailandia, un’ottima idea è anche quella di recarti personalmente, curriculum vitae alla mano, presso luoghi dove ti piacerebbe lavorare. Ricorda che per le scuole, ma questo vale per la cultura Thailandese in generale, è molto importante l’apparenza.
Anche gli insegnanti infatti hanno una divisa e un “codice” da seguire (in linea di massima): per le donne gonna sotto il ginocchio (possibilmente nera o blu), e camicia. Per gli uomini pantaloni lunghi e camicia.
Insegnare inglese in Thailandia
La maggior parte degli stranieri che ho conosciuto a Bangkok insegna l’inglese. Come mai questa professione è così gettonata dai cosiddetti Farang?
Il motivo principale è che il settore dell’educazione, in particolar modo l’insegnamento dell’inglese, è quello che offre la maggior parte delle offerte di lavoro, ed è anche quello più facile da accedere.
Il livello di inglese della popolazione Thailandese è infatti molto basso, ed il governo per ovviare a questa situazione che mette non poco in imbarazzo la nazione, ha deciso di innalzare il livello della lingua straniera, assumendo persone straniere (le quali sono considerate dai Thailandesi come le uniche che possano effettivamente parlare un ottimo inglese), per lo più madrelingua.
Le opportunità in questo settore non mancano di certo, le scuole sono inoltre molto disponibili a pagare il visto di lavoro ed il permesso di lavoro ad insegnanti stranieri qualificati.
Inoltre, le scuole puntano molto su insegnanti stranieri occidentali (molto meno su persone di etnia asiatica), per attirare nuove iscrizioni, dato che c’è la credenza popolare che basta essere bianchi per parlare un inglese “perfetto”.
Negli ultimi anni il governo Thailandese ha inoltre introdotto un nuovo criterio per poter insegnare l’inglese nelle proprie scuole: il possesso di una laurea triennale, il cosiddetto Bachelor.
Molte scuole sono però disposte ad assumere anche stranieri che non hanno questo requisito, e dato che il governo non rilascia visti di lavoro a coloro che non hanno una laurea di primo livello, le scuole fanno passare queste persone come volontari, offrendogli un altro tipo di visto e pagandoli anche di meno (anche solo 15,000-18,000 THB al mese).
Considerazioni finali
I salari dipendono ovviamente dalla posizione di lavoro per cui ti stai candidando. Nell’ambito dell’insegnamento per esempio, se hai una laurea specialistica e magari hai anche la fortuna di essere madrelingua inglese, nelle scuole private hai opportunità di guadagno che raggiungono anche i 100,000 THB al mese (un po’ meno 3,000 Euro). Solitamente però in questo ambito i guadagni si aggirano intorno ai 25,000-30,000 THB, che corrispondono a circa 800-900 Euro.
La situazione è invece diversa invece per coloro che intendono aprire un’attività propria, come può essere un ristorante. Tiene presente che per ottenere un visto “Business” dovrai dimostrare di avere un certo capitale depositato in una banca Thailandese, come garanzia che tu possa sopravvivere nei mesi che seguono l’apertura dell’attività.
La possibilità di lavoro quindi c’è! Stai però attento a valutare bene i requisiti richiesti per il settore che ti interessa, soprattutto ora che la situazione politica instabile della Thailandia sta cambiando molto velocemente, e con essa anche le regole per ottenere i visti.
Un’ultima novità introdotta da pochi mesi è che non è più possibile ottenere un visto per corrispondenza, mandando quindi tutta la documentazione necessaria all’ambasciata del proprio paese; bisogna invece presentarsi di persona.
[Photo Credits (Creative Commons License): www.flickr.com/photos/massimo_riserbo/]
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