“Sik zo faan mei aa?” (“hai già mangiato oggi?”) è un’usuale forma di saluto, equiparabile al nostro “salve, come va?”, a Hong Kong come in tutta la Cina (in mandarino si dice “chi fan le ma?“, la versione in alto è in cantonese). Dunque nessuno stupore nello scoprire, anche dai piccoli dettagli quotidiani, quanto il cibo sia importante nella cultura locale.
Sembra che l’immancabile Confucio, interrogato dal governatore dell’antico stato di Wei, Yuan Xiang, sulla miglior tattica militare, abbia flemmaticamente risposto di aver imparato il modo di cuocere il riso, preparare la carne, e servire le verdure, ma mai niente che avesse a che fare con vincere una guerra.
Nel caso di un invito a un ristorante tradizionale, ricordatevi di Confucio: il trovarsi a gestire fino a dodici portate, in contemporanea, dalla zuppa – dove spesso galleggiano oggetti dei quali non saprete identificare la natura – ai noodles (spaghetti), dal pesce – completo di lische – alle zampe di pollo, passando per tutto ciò che è commestibile – o presunto tale – fino alle verdure stufate, potrebbe inibirvi l’appetito e portarvi a utilizzare vere tecniche di guerriglia per uscirne vivi.
Da tenere a mente il detto che nella cucina cinese si mangia qualunque cosa abbia le gambe e non sia né un tavolo/sedia, né una persona, qualunque cosa abbia le ali e non sia un aeroplano, qualunque cosa stia nell’acqua e non sia un sommergibile. [Leggi di più…]